Il palcoscenico nella mia testa: cosa ho imparato a teatro che mi serve come scrittore.
Quando scrivi una storia, sei in un certo senso un regista, un produttore e uno sceneggiatore. Ma sapevi che sei anche l'attore? La mia esperienza a teatro, sia come attore che come drammaturgo, mi ha insegnato che il palcoscenico e la pagina scritta sono simili di quanto si pensi.
Ecco tre lezioni fondamentali che il teatro mi ha insegnato e che applico ogni volta che scrivo un personaggio o una scena.
I dialoghi non sono solo parole.
Quando sul palcoscenico l'attore dice la sua battuta, non c'è soltanto il significato del testo, c'è il modo in cui questo viene pronunciato, il modo in cui il corpo dell'attore è in scena e il contesto in cui viene detta la battuta, in altre parole il subtesto.
Con quello che ho imparato nella mia esperienza a teatro, cerco di dare ai miei personaggi delle motivazioni nascoste, delle paure e dei desideri che li influenzano. Un dialogo convincente non è solo una conversazione, ma una battaglia, un gioco di potere o una richiesta di aiuto mascherata. Come scrittore, cerco di rendere tutto questo chiaro al lettore, non solo attraverso le parole, ma attraverso il ritmo e la scelta del tono dei miei personaggi.
Ogni personaggio ha un arco narrativo.
Sul palco, ogni personaggio che compare ha un motivo per essere lì. Che sia il fantasma di Amleto o un semplice messaggero, il pubblico deve capire chi è e cosa vuole. Questo mi ha insegnato che anche un personaggio secondario ha bisogno di un desiderio, un conflitto e un cambiamento. Non è che deve salvare il mondo, ma deve cambiare qualcosa, anche solo la propria opinione. Quando scrivi, chiediti sempre: "Qual è il desiderio più profondo di questo personaggio e cosa è disposto a fare per ottenerlo?".
Non basta raccontare, devi mostrare (Show, Don't Tell)
Questa è una delle regole d'oro della scrittura, ma a teatro si applica in modo letterale. Un attore non dice "Sono arrabbiato", lo mostra, lo sente dentro. Stringe i pugni, alza la voce, si muove verso l'altro agrrassivamente. Questo principio è cruciale anche nella scrittura.
Invece di dire che un personaggio è triste, descrivi come le sue spalle si curvano, come fissa il vuoto o come il suo sguardo si perde. L'esperienza teatrale mi ha insegnato a pensare in termini di azioni e dettagli sensoriali. Chi legge vorrei che vedesse, sentisse e toccasse le emozioni dei personaggi attraverso i loro gesti e i loro sguardi, non solo attraverso le parole.
E tu, hai avuto esperienze simili? Hai mai pensato a come altre passioni possono aiutarti nella scrittura?
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